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19 giugno 2011 - 17:01:38
categoria: Astronomia
Novità sulle supernovae
In queste ultime settimane le supernovae hanno fatto molto parlare di se. Questi oggetti celesti sono delle stelle che generano delle esplosioni gigantesche e che si rendono straordinariamente luminose, tanto da eguagliare in alcuni casi la luminosità dell'intera galassia che ospita la stella. Sono anche fenomeni molto rari: si ritiene che in media accadano una volta ogni circa 100 anni in ogni galassia , ma l'ultimo caso di supernova nella nostra galassia risale a ormai oltre 400 anni fa e fu osservata da Galileo Galilei e da Keplero e probabilmente fu una delle scintille che originarono la rivoluzione scientifica degli anni a seguire. Data la loro luminosità però è spesso possibile osservare supernovae che avvengono in altre galassie, grazie all'aiuto dei telescopi.

La prima notizia riguarda una supernova scoperta il 2 giugno nella famosa Galassia Vortice (M51) nella costellazione dei Cani da Caccia. Questa galassia, un ottimo soggetto fotografico per tutti gli astrofotografi, era stata immortalata dal nostro gruppo astrofili appena 12 giorni prima della scoperta, ma nella nostra foto non è visibile il minimo segnale di anormalità. Questo fenomeno è studiato attualmente da numerosi scienziati nel mondo che si sono resi conto che rispetto ad altre esplosioni presenta delle peculiarità: sembra infatti che i materiali espulsi dalla stella siano anomali a questo stadio ancora iniziale del fenomeno. M51 già nel 2005 mostrò una supernova: probabilmente l'interazione gravitazionale con la vicina compagna favorisce il ritmo di crescita e esplosioni stellari.

Il giorno successivo un articolo su Nature metteva in luce un fenomeno molto particolare che da qualche anno sta capitando a un altro residuo di supernova molto più vicino a noi: stiamo parlando della famosa SN1987A, una supernova esplosa nel cielo australe il 23 febbraio 1987 nella Grande Nube di Magellano, una galassia compagna della nostra Via Lattea. Il fenomeno, data la relativa vicinanza a noi, fu per qualche tempo addirittura visibile a occhio nudo per poi affievolirsi, come di norma per ogni supernova. Ma a partire da ormai circa 15 anni fa il telescopio Hubble ha cominciato a notare un aumento di luminosità di quello che rimane dell'esplosione: il materiale espulso durante l'esplosione ha infatti raggiunto un anello di materiale emesso dalla stella circa 20 mila anni prima della supernova e l'interazione ha prodotto un'emissione di raggi X che eccita la zona interna del residuo di supernova, causandone un aumento di luminosità. Gli scienziati che hanno spiegato il fenomeno prevedono che l'incremento proseguirà ancora, probabilmente potrebbe portare il residuo di supernova a rendersi nuovamente visibile ad occhio nudo.

Nella stessa giornata compariva l'annuncio della scoperta di una nuova classe di supernovae: un team statunitense infatti ha notato in ben sei supernovae delle caratteristiche molto diverse da tutte le altre finora conosciute, in termini soprattutto di luminosità: questi fenomeni arrivano ad essere dieci volte più brillanti delle supernovae di classe Ia, finora quelle più luminose conosciute. Il meccanismo di formazione pare che sia la causa di questa differenza: mentre per le comuni supernovae la grande quantità di radiazione viene dall'interazione tra il materiale espulso velocemente dalla stella e l'ambiente interstellare circostante ricco di idrogeno, questa nuovi oggetti hanno emissioni provenienti da materiale privo di idrogeno. È stata notata anche una forte e prolungata emissione di radiazione ultravioletta che "illumina" le masse di gas interposte sulla linea di visuale tra noi e questi oggetti. Una scoperta ancora tutta da studiare e che sicuramente ci porterà a capire meglio il fenomeno supernovae.

fonti:Supernova in M51
SN1987A
Nuova classe di supernovae


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