Un team internazionale di scienziati guidati dal danese James Connelly hanno recentemente rianalizzato dei campioni di rocce lunari portate dal Apollo 16 nel 1972 utilizzando dei metodi di datazione più moderni scoprendo che la Luna sarebbe più giovane di quanto ritenuto in precedenza.

L'ipotesi più accreditata sull'origine della Luna è che questa si sia formata nei primi momenti del sistema solare a seguito di un impatto tra la Terra e un antico pianeta primordiale, andato distrutto. I detriti rimasti in orbita accumulandosi formarono il nostro satellite allo stato fuso. Successivamente ci fu una stratificazione della composizione lunare, con le componenti più pesanti che andarono verso il centro mentre quelle più leggere verso la superficie a formare quella che successivamente sarebbe diventata la crosta lunare, ovvero la parte più antica solidificata della luna. La roccia analizzata viene proprio da questa crosta e in particolare si tratta di una tipologia di roccia che è ritenuta essere il primissimo composto ad essersi solidificato sulla Luna.

I nuovi metodi di indagine consistono nella radiodatazione con tre tipologie distinte di radioisotopi, tutti portano alla conclusione che la roccia analizzata si sarebbe formata 4,36 miliardi di anni fa, ovvero circa 200 milioni di anni dopo quella che si riteneva fosse in precedenza la nascita della luna, circa 4.57 miliardi di anni fa come circa tutto il resto del sistema solare. Questa nuova datazione corrisponde all'età delle più antiche rocce trovate sulla Terra nell'Australia dell'ovest, suggerendo i quindi che le croste della terra e del nostro satellite si sarebbero formate circa nello stesso periodo.

Questo nuovo studio potrebbe quindi posticipare il momento dell'impatto con il grosso pianeta primordiale o addirittura modificare le teorie sull'origine della luna e del nostro stesso pianeta.

fonte: ScienceDaily